Carruba, Garrofa, Silibba, Silimba, Thilibba, Thilimba
Il carrubo è un arbusto sempreverde con chioma tondeggiante e espansa. In Sardegna è conosciuto come Silibba e s
...É tempo di recuperare gli antichi metodi della nonna: efficaci, ecologici e... molto economici. Sì, perché se è vero che amiamo la nostra terra, la nostra casa e la nostra salute dobbiamo cambiare le nostre abitudini anche nelle piccole cose.
Ad esempio, quanti prodotti industriali utilizziamo per la pulizia della casa? Io, purtroppo, tanti. Ma ho iniziato ad utilizzare prodotti più ecologici per le Cose di Casa. Ad esempio per sgrassare le stoviglie utilizzo i fondi di caffè, per lucidare il lavello in alluminio, il succo di limoni che magari non sono più tanto freschi. Al rientro a casa, raccomando tutti di togliere sempre le scarpe, evitando di portare batteri, residui inquinanti e sporco comune. Inoltre faccio sempre attenzione a non sprecare l'acqua.
Direte voi, che noia, non abbiamo tempo neanche per riposare! É vero, ma vi assicuro che non è tempo sprecato, che avrete in casa un buon profumo e molto meno inquinamento! E perché no, anche il portafoglio con qualche euro in più!
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Mi piace la nostalgia che provo quando riprendo in mano le ricette di un tempo. Ho come la sensazione di proiettarmi in un spazio che non ho vissuto e insieme ho una visione chiara sul futuro. Essere radicata alla propria terra, forse è proprio questo: sentire gli echi della natura e i racconti degli anziani. Ritrovare vecchie bottiglie di birra o di vino, ritagli di pubblicità di prodotti nostrani e continuare a sognare ad occhi aperti.
Qualcuno lo chiama il mal di Sardegna, cioè desiderare di far parte della cultura di una terra meravigliosa che regala ricordi speciali, panorami mozzafiato, tramonti indimenticabili e cibi ancora più golosi.
InsulaGolosaRicette dedica questo spazio alla nostalgia e al futuro.
A Natale regaliamo solo cose buone!
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Ispirandomi all'arte medioevale di conservare gli aromi e i profumi della natura, ho realizzato un pot-pourri, ovvero una miscela di piante e fiori secchi.
Ho raccolto in giardino e in campagna i fiori e i rametti di piante aromatiche che più mi piacciono.
Roselline, gerani, gelsomini, tulipani e tanti altri fiori e ancora: foglie di alloro, di menta, e di lavanda selvatica. Li ho fatti essiccare naturalmente senza nessun altro ingrediente e ora fanno bella mostra di sé in un vaso di vetro vintage recuperato in un vecchio armadio di casa.
Occorrente
Scegli i fiori che più ami e recidili poco prima che inizino a sfiorire
Procedimento
Dopo aver reciso i fiori e dividili in base al colore. Disponili su un vassoio ricoperto con carta forno. Stesso procedimento per le foglie delle aromatiche. Lasciali essiccare in ambiente aerato per qualche giorno. Quando risulteranno secchi, disponili a strati in base al colore in vasi di vetro trasparenti. Altrimenti fai un vero miscuglio, un pot-pourri classico e dividilo in ciotole di ceramica artigianale sarda.
Gironzolando per i borghi e i paesi della Sardegna, è facile notare palazzotti "importanti" che fanno belle vista di sé in tanti centri storici: sono i Monti Granatici o Frumentari, oggi per la maggior parte convertiti in Musei o spazi espositivi.
In realtà anticamente erano delle vere e proprie banche del grano. I contadini chiedevano in prestito il grano e avevano poi l'obbligo della restituzione dopo il raccolto. La più antica in italia risale a Foligno nel lontano 1488.
In Sardegna nel 1624, all'epoca del Vicerè Giovanni Vivas fu istituito una iniziativa simile che aveva come obiettivo quello di arginare la piaga dell'usura a danno degli agricoltori più poveri e assicurare loro il grano e l'orzo necessario per la semina.
Ma non fu mai raggiunto l'obiettivo perché personaggi senza scrupolo prestavano somme e sementi ad interessi altissimi nonostante le pene che i "pregoni" viceregi commisuravano.
Nel decennio successivo la Diocesi di Ales insediò il vescovo Michele Beltran e sua, fu la proposta del Monti Granatici veri e propri. Ci vollero decenni se non qualche secolo perché funzionassero a dovere.
Nel 1851 se ne contavano 360 in tutta l'isola fino ad arrivare al 1927 quando furono trasformati in Casse Comunali di Credito agrario e nel 1953 a fondersi con il Banco di Sardegna.
Non è un caso quindi che il logo del Banco di Sardegna riproduce in maniera stilizzata "sa pintadera", un antico attrezzo nuragico, uno stampo in terracotta o ceramica, una sorta di timbro che veniva utilizzato per decorare il pane.
Nella foto: Monte Granatico nel Comune di Siliqua
Vogliamo fare un viaggio alla ricerca della identità agro-pastorale, percorrendo l'isola di Sardegna in lungo e in largo, disegnando una costellazione di piccoli centri abbarbicati sulle montagne e di deliziosi borghi nascosti tra la macchia mediterranea, dove con i loro piccoli musei ci raccontano della vita nei campi, come si coltivava la terra e come si pascolavano le greggi.
Un mondo antico custodito in palazzi d'epoca o semplici case padronali, ci aspetta con le porte aperte.
Meravigliosi nomi si danno in Sardegna al pettirosso; gli Algheresi lo chiamano consigliere, gli Oristanesi occhio di bue, i Sassaresi frate Gavino, e a Desulo iscargiu orrobiu. Questo uccelletto spavaldo fa qui i suoi nidi, e dura tutto l’anno. La leggenda vuole che annunci l'arrivo del freddo e della neve con il suo canto che si può udire per tutto l'inverno. Infatti è considerato il simbolo del nuovo anno e della rinascita in generale.
E' un uccello dalla vivacità inesauribile. Si muove sul terreno con una rapida successione di lunghi balzi, in posizione quasi curvata per un passo o due, poi si arresta in atteggiamento eretto, facendo vibrare talvolta ali e coda. Se incuriosito o eccitato, inclina rapidamente il corpo da lato a lato, muovendo ali e coda. Il volo è solitamente lento e breve. Il suo nome scientifico è Erithacus rubecola e raggiunge la lunghezza di 13/15 cm e ha la fronte, i lati del capo, la gola ed il petto rosso-arancio. Le parti superiori sono di un colore bruno oliva mentre l'addome è bianco; sia il becco che le zampe sono brune. Non c'è differenza fra soggetti di sesso diverso. Raggiunge un peso massimo di 16 grammi.
Nonostante l'aspetto apparentemente mansueto e diversamente da quanto si possa credere per un uccello di così piccole dimensioni, il pettirosso è estremamente aggressivo e territoriale nei confronti dei suoi consimili e di altre specie di piccoli uccelli. Se due esemplari dello stesso sesso dovessero venir confinati in uno spazio delimitato i pettirossi si azzufferebbero tra loro fino alla morte di uno dei contendenti o addirittura di entrambi. Il pettirosso si nutre soprattutto di vermetti, lumache e insetti.
Ispirandoci all'arte giapponese per riparare con l'oro gli oggetti in ceramica frantumati, conosciuta come Kintsugi, proviamo a ridare vita ad un piatto che pensavamo di aver perso per sempre. Con questa tecnica non si vuole nascondere la storia dell’oggetto, ma la si vuole enfatizzare tramite la riparazione. L'oggetto riparato diventerà più prezioso per la sua unicità, per la presenza dei pigmenti d'oro e soprattutto per il lavoro delle mani amorose che lo hanno trasformato.
L'arte del Kintsugi, che si basa sul concetto che l'arte ha la capacità di trasformare un'imperfezione in una perfezione estetica legata alla crescita interiore, ricorda tanto il modo di fare delle nostre nonne che non buttavano via nulla perché in ogni oggetto c'è una storia che può rivivere.
Ecco come recuperare un piatto frantumato e trasformarlo in PIATTO VINTAGE CON LE CREPE DORATE
Occorrente
piatto o qualsiasi oggetto di ceramica, rotto
colla epossidica bicomponente
polvere dorata o argentata
pennellino per le rifiniture
alcune bacchette per mescolare i componenti
piattino e bicchiere di plastica per contenere i componenti
Procedimento
Posizionate i pezzi del piatto su un piano. Mescolate la colla bicomponente con la polvere dorata o i pigmenti scelti. Applicate abbondantemente l’impasto ottenuto sulle crepe in ceramica, in modo che risulti ben visibile. Tenete per alcuni in posizione le parti da incollare. La pressione farà fuoriuscire l'impasto. Con il pennellino ripassate con attenzione l’incollatura, in modo che l'impasto si spanda bene anche fuori dal solco della rottura e la riparazione assuma un colore oro intenso. Lasciate asciugare per alcune ore, e il gioco è fatto.
Il rumore dei campanacci dei Mamuthones si sente ancora in lontananza, così come il profumo della frittura carnevalesca ma la primavera è arrivata e i profumi si trasformano in sentori speziati e colorati. La bella stagione allieterà il cuore dei nostri bambini e le tavole di tutte le famiglie sarde verranno decorate con le uova pasquali e i piatti tipici della tradizione.
E quale migliore occasione per un regalo ai nostri lettori?
InsulaGolosaRicette ti regala Le ricette di Sardegna in tavola, un ricettario per la tua primavera in cucina, per non farti scordare di quanta è bella la Sardegna.
Siamo abituati ad utilizzare le erbe aromatiche e le spezie in cucina, ma è bene sapere che sono ottimi per preparare i profumi per l'ambiente. Provate a spargere nell'aria note di cannella o rosmarino, gli ambienti della vostra casa saranno avvolti da un'aurea magica e profumata, molto invitante.
Il rito del buon mangiare è legato al luogo della cucina con le sue stanze attigue, il suo arredamento e il suo allestimento. La tradizione vuole che in cucina ci sia sempre la legna da ardere sistemata vicino al camino e che il forno per il pane, situato nel cortile, sia pronto per essere acceso almeno una volta alla settimana. Gli oggetti di uso quotidiano, come i cesti e le pentole, sono appesi alle pareti; gli utensili da cucina, perfettamente puliti, sostano ordinati sulla mensola. Alle finestre le tende di lino, con le pavoncelle decorate a pibiones, fanno entrare dolcemente la luce abbagliante del sole, riscaldando le stanze.
InsulaGolosaRicette vuole dedicare questa pagina al Corredo buono de sa domu, per intenderci, quello di nonna, ossia l'insieme di tovaglie, tovaglioli, grembiuli, copriletti, tende e..., tutti realizzati a mano con materiali naturali e preziosi.
Piccoli paesi, borghi antichi, centri quasi disabitati, città metropolitane... in Sardegna ogni comunità ha il suo santo, o la sua santa, da venerare e da omaggiare con sagre e feste a loro dedicate.
Tra le tante curiosità che InsulaGolosaRicette può raccontarvi sulle feste religiose, abbiamo scelto S'Arramadura, perché richiama i profumi e i colori della natura.
Ogni tanto sfoglio l’album delle mie fotografie e nelle prime pagine rivedo me con le mie sorelline a giocare in aperta campagna tra i fiori di cisto e di asfodelo. Scatti di felicità con gli zii e i parenti tutti. Sorrido e penso che ora spetta a me regalare ai miei nipotini gli stessi momenti spensierati.
Quindi perché non organizzare un picnic da fare invidia agli americani? Intanto ricordiamoci che i bambini non amano stare troppo tempo in auto, scegliamo così una località vicino a casa dove possono giocare a palla, correre, arrampicarsi sugli alberi, senza incorrere in infortuni gravi, magari vicino ad una fattoria o ad un ovile per stare a contatto con gli animali.
InsulaGolosaRicette vi suggerisce il kit e il menù del picnic perfetto very country.
Il mangiare è un piacere e, se accompagnato dalle buone maniere diventa anche alla moda. Ecco alcuni consigli di InsulaGolosaRicette per star bene a tavola.
La notte prima del 2 novembre è alle porte e la sera si tinge di mistero. Una volta all'anno, le anime dei morti ritornano dall'aldilà e vagano per le vie del paese.; tra i vivi cresce il desiderio di incontrarle.
Nelle case si accendono piccole lanterne (lantias) per illuminare e indicare loro la strada. Sono attesi con affetto e rispetto. Le tavole vengono imbandite con tovaglie ricamate e stoviglie ricercate che le famiglie portano fuori solo nelle occasioni importanti. I prodotti autunnali sono i protagonisti: non mancano mai le fave secche (i cibo dei morti), le castagne, le noci e le nocciole. Tutta la notte è dedicata agli spiriti che per una notte ritornano in famiglia come un tempo che fu.
Ad accogliere le anime ci sono anche i bambini che si travestono con vecchi abiti e si dipingono la faccia con il carbone. Impazienti come solo i giovani sanno fare, tra le risate e un po’ di paura, bussano alle porte dei vicini recitando le litanie in dialetto:
“seus benius po is animeddas”(siamo venuti per le anime);
“mi das fait po praxeri is animeddas” (dammi qualcosa per le anime);
“seu su mortu mortu” (siamo le anime morte);
“carki cosa po sas anima”; (dateci qualcosa per le anime);
Tutte richieste di accoglienza e di doni per le anime dei morti. I paesani aprono gli usci e offrono ai piccoli dolci fatti in casa e frutta secca. I bambini ne fanno incetta e scappano felici, così fino a tarda sera, casa dopo casa. Sui tetti si intravede un barbagianni che sorvola silenzioso nel cielo scuro, guardiano dei vivi e dei morti.
Nelle case illuminate le donne continuano a preparare i dolci per le anime, primo tra tutti il pane dei morti, su pani e' saba, una sorta di piccola pagnotta dolce realizzata con la sapa (mosto di vino) e le noci o le nocciole. Ha un profumo intenso di frutta tostata e di spezie, di legni e di bosco.
E' usanza diffusa consumare su pani e' saba (molto simile alla pabassinas, ma più morbido e più piccolo) davanti al fuoco acceso, con un bicchiere di buon vino secco.
E così un’altra notte è passata, un rito che si ripete nella notte dei Defunti da tempi remoti, quando in Sardegna vivevano solo le Janas nelle domus scavate nella roccia e i Gentiles, i giganti di bell’aspetto, a cui si deve la costruzione dei magnifici monumenti funerari megalitici, presenti in gran parte dell’isola.
Polpette, polpettine, polpettone! Nessuno resiste alle palline dorate che rotolano nel piatto. I bambini ne vanno pazzi e gli adulti pure. A casa mia la domenica non mancano mai, e se qualche volta non vengono preparate, c'è sempre qualcuno che protesta!
Si preparano al sugo, fritte e arrosto con insalate o s
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