Il sambuco, sambucus nigra, è una piccola pianta molto diffusa in tutta Europa e nel Mediterraneo, soprattutto nella macchia e in
...InsulaGolosaRicette cede lo spazio a Sara che da "Casalinga disperata... mai ♥", prepara un piatto tipico dell'Ogliastra, o meglio del paese di Arzana e di Villagrande Strisaili.
L'Ogliastra è un territorio unico, incastonato tra le montagne del Massiccio del Gennargentu e il mare. E' il rifugio delle aquile reali e dei mufloni. E' qui che si possono ancora incontrare i pastori, in abito tradizionale di velluto nero a coste, che portano le greggi per i sentieri scoscesi, incuranti della fatica e del freddo.
Un paesaggio così, non poteva che regalarci un piatto a base di formaggio, arricchito con un'altra eccellenza, s'abba ardente, l'acquavite sarda, tanto amata dagli uomini del posto.
Ecco la ricetta di Sara che ha indossato il grembiule di cuoca di casa e ha preparato per noi ♥ gli Orrubiolusu.
Ogni occasione è buona per ritrovarsi con amici e parenti e cucinare insieme, tra tante chiacchiere, tante risate e tanto buon cibo. Ovviamente si inizia con la preparazione degli antipasti, che vanno consumati... prima dei primi.
InsulaGolosaRicette suggerisce una ricetta a base di ingredienti facili da reperire per creare un antipasto veloce e gustoso... scopri quale!
Quando penso alla mia terra vedo un quadro bucolico vivente dove pastori e contadini, vengono ritratti nei loro lavori quotidiani o stagionali: la mietitura, la mungitura, la sorveglianza della greggi e la raccolta delle messi, oppure mentre suonano la fisarmonica intonando canti che vibrano fino all'orizzonte del mare. Un mondo a sé, che incontra quello più moderno intorno a un filo invisibile ma sempre tangibile.
InsulaGolosaRicette si immerge in questo mondo antico e scopre un antipasto che sa di terra e di vento, il Pecorino con miele di corbezzolo, una vera esplosione di colori nel piatto. Buon appetito....
Se vai in una delle tante botteghe di frutta e verdura in Sardegna e chiedi un ciliegia, ti propongono il peperoncino tondo piccante conosciuto dai più come tondo calabrese. E' vero che il peperoncino è un prodotto tipico calabrese, ma da qualche decennio anche l'isola vanta una produzione di altissima qualità da punto di vista gastronomico e salutare.
La zona con una spiccata vocazione verso questo prodotto è Turri, in Marmilla, dove il peperoncino si coltiva in ottime condizioni ambientali, grazie al clima temperato e asciutto. In questo paesaggio, prevalentemente collinoso, la coltivazione dei peperoni si alterna a quella dello zafferano, dell'origano, delle fave e dei cereali, oltre agli olivi, creando distese di colori come onde del mare.
Così come dice la stessa radice etimologica, la Marmilla "mille mari": una bellissima immagine da portare anche in tavola.
Il peperoncino sardo è generalmente consumato crudo, sott’olio, essiccato o lavorato in creme piccanti.
InsulaGolosaRicette vi propone un piatto a base di peperoncino tondo, confezionato con prodotti esclusivamente sardi: peperoncini tondi ciliegia, olive, capperi, acciughe e tonno.
Ogni stagione ha un'immagine a sé. L'autunno l'ho sempre associato alle prime luci di un giorno di pioggia e al profumo della terra bagnata. Da piccola, andavo a scuola da sola, e mi piaceva passare in mezzo all'erba bagnata dalla rugiada e spesso intravedevo, tra i fili verdi, piccole lumache con le antenne sollevate... Le piccole "cornute", ignare del pericolo, uscivano dall'ombra perché la pioggia aveva rinfrescato il terreno....
E' questo il periodo migliore per indossare la mantella anti-pioggia, quella verde o gialla, e come nei romanzi ottocenteschi andarsene in giro per le campagne alla ricerca delle lumache, per alcuni un po' viscide, per altri molto molto buone... la ricerca delle lumache è varia e offre varie opzioni: Sitzigorru, quelle grandi grandi, Braballoca, quelle bianche a strisce, e Mungitta o Tapparas, quelle marroncine con il tappo bianco.
L'isola di Sardegna è un continente a sé. Il mare la circonda tutta e le montagne la sovrastano, silenziose e guardiane di antichi misteri. E tra questi misteri ne scopriamo uno nuovo. Penserete a storie di animali preistorici o di fate nascoste nei tronchi di ulivi secolari. Niente di tutto questo, stiamo parlando di uno degli ortaggi più conosciuti al mondo, la zucchina. La zucchina non è altro, che il frutto immaturo della pianta di zucchetta.
Scatole di latta colorate, consumate dal tempo, nascondono preziosi dolcetti di mandorle, croccanti all'esterno e morbidi all'interno, dal retrogusto amaro a cui si deve il loro nome: sono gli amaretti sardi, i principi dei dolci delle feste paesane.
Si consumano a colazione o a fine pasto accompagnati da un Moscato o da un Vermentino bianco. Il loro sapore speziato ricorda paesi lontani, ma è proprio in Sardegna che si coltivavano le mandorle che poi venivano esportate in Francia e in tutta Europa, alle corti dei pasticceri più rinomati. Con l'industrializzazione, la loro coltivazione è andata in disuso, ma i dolci di mandorle continuano ad essere confezionati e consumati in larga scala.
InsulaGolosaRicette vi propone la ricetta tradizionale della zona dell'Iglesiente, "rubata" dal ricettario di casa, perché la parola d'ordine è "condividere per non dimenticare i tesori della tradizione popolare".
Nell'isola era usanza ricorrente preparare il pane durante la notte e infornarlo nelle prime ore del mattino. Ma era importante non lasciare sprecato il calore del forno a legna, quindi dopo aver cotto il pane, le donne si dilettavano a preparare e a infornare i dolci di mandorle e i biscotti morbidi o secchi. Venivano preparati in grandi quantità e li conservano in cesti di giunco rivestiti con tovaglie di cotone bianco o, più avanti con la industrializzazione, in scatole di latta decorate.
Tra i deliziosi dolcetti tipici, non possiamo non ricordare gli anicini sardi, i tradizionali biscotti secchi da inzuppo. Gli anicini sardi sono la testimonianza dell'influenza culinaria piemontese e genovese nell'isola, così come l'utilizzo del liquore di anice, anche se di provenienza francese.
In Piemonte la preparazione degli anisin si perde nella notte dei tempi, ma è inutile dire che il profumo intenso dell'anice e dei semi è sempre uguale nel tempo e in qualsiasi luogo. Ottimi per la prima colazione e non solo, gli anicini sardi li troviamo nelle tavole di ogni matrimonio, cresima, battesimo e qualsivoglia festa comandata. E per i più audaci, sono adatti da "intingere" in vino dolce e liquoroso, come il Moscato di Cagliari.
La ricetta di InsulaGolosaRicette è fedelissima a quella di un secolo fa.
C'era una volta un famoso pasticciere di Nuoro, un certo Battista Guiso, che brevettò nella sua ditta fondata nel 1885, l' Aranciata nuorese. Non era una bibita gassata ma il dolce più antico del nuorese: s'Aranzada.
Lo produsse con metodi artigianali, lo confezionò in statole di legno e lo esportò in tutto il mondo, rendendolo famoso oltre i confini dell’isola.
Fu così che i fili dorati dal profumo di arancio e di mandorle dolci, fecero onore alla Sardegna, nei banchetti della Casa Savoia e della Famiglia Reale Inglese.
InsulaGolosaRicette ripropone la ricetta originale di un secolo fa, quella custodita con tanta cura dalle donne nuoresi, orgogliose e fiere di una tradizione bellissima.
Oggi impariamo a scrivere con un inchiostro bianco... così diceva la nonna alla piccola Sara, quando preparavano i dolci per le feste, quelli bianchissimi con i puntini colorati sopra. Insieme montavano a mano, gli albumi con lo zucchero, utilizzando solo due forchette e la forza del braccio. Poi tiravano su un filo montato e provavano a scrivere sulla carta-pane; se le linee dei caratteri erano uniformi, il composto era perfetto per essere infornato.
Ma il divertimento più grande, per la piccola Sara, era ritagliare i centrini di carta velina. Piegava i fogli colorati e li tagliava seguendo i disegni che le forbici anticipavano. Poi apriva i fogli... uccelli, fiori, disegni geometrici prendevano vita in quel pezzetto di carta e la sua fantasia volava lontano...
Forse nasce proprio da qui la sua passione per il ricamo ♥
Il vento di maestrale batte forte in Sardegna, soprattutto sulla costa occidentale. Da queste parti il mare è sempre spumeggiante e le nuvole corrono in cielo, disegnando strane figure.
Il vento porta con sé i suoni e i profumi del mare e della terra, del pane e dei dolci appena sfornati, che tanto assomigliano alle nuvole, bianchi e spumosi, come le meringhe sarde, conosciute da tutti come i bianchini sardi.
InsulaGolosaRicette ripropone la ricetta dei bianchittus, molto simili alle meringhe di oltremare, ma distinguibili per l'interno morbido e vellutato costellato mandorle. I bianchini sardi sono uno dei tanti dolci tipici offerti nelle ricorrenze come i matrimoni o le feste paesane.
Fenici, arabi, spagnoli e poi pisani, piemontesi, francesi... si sono susseguiti nei secoli regalando all'isola sapienze culinarie che interpretate hanno preso una nuova strada diventando identitarie.
Questi popoli portarono dalle loro terre ingredienti altrimenti sconosciuti, come la cannella, le mandorle, i fichi, le nespole e tante altre varietà di frutta e di spezie pregiate.
Ogni prodotto, ogni ingrediente proveniente da lontano è poi diventato un tassello importante per tutta la gastronomia sarda.
Un esempio molto particolare è Su Pappai Biancu, il Biancomangiare.
Secondo alcuni è un piatto di origini francesi, il famoso Blanc Manger, secondo altri fu portato dagli arabi che lo chiamavano zirbaj.
Oggi è riconosciuto tra i PAT (Prodotti agroalimentari tradizionali) di tre regioni italiane, la Valle d’Aosta, la Sicilia, e ovviamente la Sardegna. Guarda caso tutte con influenze francesi e arabe.
Per altri esperti la paternità di questo dolce è da attribuire agli spagnoli-aragonesi, presenti in Sardegna già dalla seconda metà del 1300.
Si dice infatti che le famose città regie: Iglesias, Cagliari, Sassari, Castelsardo, Oristano, Bosa e Alghero sono le città dove Su Pappai Biancu è un dessert classico della tradizione, magari con delle varianti ma pur sempre un dolce tipico.
Ad esempio ad Alghero viene chiamato Menjar blanc come in Catalogna; una variante sono i tabaqueresovvero ravioli al forno di pasta violada, semplice sfoglia di farina e strutto, a cui si è data la forma delle antiche scatolette in cui di teneva il tabacco.
Ho sempre amato leggere. Passavo ore e ore a leggere e fantasticare soprattutto in estate, quando il tempo libero era dilatato per diversi settimane. Autori europei e mediorientali sono i miei preferiti: raccontano storie e mondi diversi tra loro ma pur sempre reali.
Un po' di tempo fa mi sono ritrovata tra le mani un libro di Goethe.
Non credo che lui abbia mai visitato la Sardegna, ma rileggendo alcuni versi di una sua poesia ho rivisto la mia terra, i suoi profumi, i suoi colori.
Ecco alcuni passi della poesia di J. W. Goethe datata 1795.
Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei andare!
Per me la risposta è semplice: il paese dove fioriscono i limoni è la Sardegna! L'isola profuma il mirto e l'alloro, l'azzurro del cielo si mescola all'oro delle arance e all'incanto dei limoni; un terra, quasi perfetta dove la gioia e il buonumore vincono sempre sulla malinconia ♥
InsulaGolosaRicette vuole dedicare a tutti i sognatori, la ricetta di un dolce semplice, molto facile da replicare: Biscotti al limone che profumano l'aria e le cucine dell'isola di Sardegna.
Fare i biscotti a mano è un'occasione di festa, soprattutto se ci sono i bambini che si impiastricciano le mani e si imbiancano le braccia e i capelli di farina. Quante risa e quante chiacchiere, una musica che riempie il cuore ♥
Non vedo l'ora che arrivino i miei nipotini per le vacanze, così posso impastare i biscotti e fare una grande festa.
Ecco la ricetta per la pasta frolla che viene utilizzata come base per i biscotti della nonna: spolverati con zucchero a velo oppure farciti con marmellata o con crema di cioccolata. La pasta frolla è, anche, la base di crostate classiche alla marmellata.
Quali sono i biscotti più buoni della nostra infanzia? Vi ricordate quando la domenica mattina, dopo la Messa, andavamo a salutare la nonna e ci offriva i biscotti morbidi? Avevano un profumo delicato e ad ogni morso si facevano ancora più buoni.
Sono i Savoiardi, i tipici biscotti soffici di origine piemontese che in Sardegna vengono chiamati più comunemente Pistockeddos o Biscotti di Fonni perché è nel cuore della Barbagia e in particolar modo a Fonni che se ne vanta una produzione centenaria.
Ottimi da consumare anche con il caffè-latte o con il tè, i fragranti biscotti fonnesi sono molto più soffici dei cugini tradizionali piemontesi, che sono un po' più piccoli e tostati.
La preparazione dei savoiardi sardi non è semplice, ma se si seguono tutti i passaggi in maniera precisa, si rispettano le dosi e i modi, i risultati non mancheranno.
La ricetta di InsulaGolosaRicette è quella di un secolo fa, tramandata dalle donne sarde di generazione in generazione.
Protagonista autunnale delle tavole più glamour è la lumaca, molto amata in Sardegna, tanto che Gesico, piccolo paese nel Campidanese, è stato titolato, capitale della lumaca, grazie a una deliziosa sagra che si tiene ogni anno a ottobre.
Dopo i primi acquazzoni stagionali, consuetudine vuole che si vada per campi alla ri