Kastangia burda, Castànza de India
Nei giardini, nei parchi, nei viali, nelle case cantoniere e nei giardini di scuole o di edifici pubblici si può
...Per superare la fatidica estate sarda, ci vuole un fisico bestiale. Le nostre nonne, mamme e noi medesimi non ci facciamo mancare niente. Sveglia la mattina, non troppo presto. Doccia veloce, asciugamano nella borsa e tanta tanta roba da mangiare nella borsa frigo.
Il vero sardo doc, preferisce approvvigionarsi direttamente dal frigo di casa. Certamente non disdegna una birra o il caffè nei baretti in riva al mare, ma preferisce andare sul sicuro e portarsi da casa pietanze deliziose, seducenti e appaganti, da gustare in compagnia degli amici, anche nuovi.
Sì, perché noi sardi non dimentichiamo mai l'ospitalità, anche verso il vicino (quest'anno un po' lontano) di ombrellone. Diciamo pure che più che virtù è forse un vizio, perché con i nostri beach food vogliamo ingolosire i turisti e sfoggiare la nostra anima sarda.
Metti una sera a cena con gli amici più cari. Metti la battigia sulla spiaggia col sole che tramonta dietro l'orizzonte. Metti che tutti hanno un certo appetito... metti che qualcuno ha già in mano una birra artigianale e la sorseggia sorridendo...
Metti che è il momento di prendere il cestino intrecciato di asfodelo e tirare fuori le polpette di verdure, preparate esclusivamente con prodotti locali dell'orto: cipolle, melanzane, zucchine e ... tanto altro.
Nell'isola di Sardegna soffia il vento. Sempre. Che sia maestrale o libeccio, scirocco o grecale, poco importa. Noi sardi lo amiamo. Il vento ci porta i profumo del mare e i sentori del bosco anche quando siamo in città. Ci scompiglia i capelli e ci soffia nelle orecchie. Ci sconvolge l'umore, a volte mette a tacere il cuore in subbuglio.
Chi vive in un'isola capisce di che parlo. Le isole hanno questo vantaggio. Il vento le accarezza da tutte le parti. La sua melodia può essere leggera o potente; è una forza contagiosa che rende vigorosi come le pietre dei Nuraghi e le falesie a picco sul mare, ma anche dolci come l'uva che matura sotto la sua brezza e sensibili come i fenicotteri che prendono il volo in cielo.
Ogni mattina la luce del sole illumina le montagne e le valli. Lentamente scende sulle pianure, sugli specchi d'acqua dei piccoli laghi fino ad arrivare alle rive dei fiumi. La sera si nasconde silenzioso dietro l'orizzonte e aspetta un nuovo giorno.
In primavera, negli orti dietro le case, i suoi raggi solleticano le verdure; tra le turgide foglie si intravvedono fiori di ogni colore. Ma i più vanitosi sono i fiori di zucchina, gialli come il sole sardo, sbocciano invitando lo sguardo dell'osservatore. Le loro corolle si aprono leggere, al tocco sono quasi vellutate e profumano di dolcezza e di freschezza.
Il loro aspetto è tutta una promessa, infatti sono un toccasana per la nostra salute: diuretici, rinfrescanti e ricchi di vitamina A, si consumano crudi, al pesto, fritti ed anche al forno.
“Non crediate che io abbia la pretensione d’insegnarvi a far le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare....”.
Così scriveva Pelligrino Artusi, il grande divulgatore della cucina italiana nel suo libro "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Noi non possiamo far altro che condividere il suo pensiero.
Questo, però, non ci preclude la possibilità di proporvi una delle tante ricette delle polpette che gli spagnoli chiamano albondigas, i cinesi shi zi tou, gli olandesi bitterballen, gli inglesi meatballs e gli arabi Kufta (كفتة) e i sardi... bombas!
Le polpette uniscono i popoli, le culture e le persone intorno ad un tavolo o vicino a un bel fuoco acceso in un rifugio in montagna.
InsulaGolosaRicette vuole "far piovere" sui piatti tante "piccole polpe" che mettono allegria e stuzzicano l'appetito di tutti ♥
Spesso accade che i bei ricordi ritornano alla mente senza preavviso. Basta un gesto, un oggetto, un luogo ed ecco che una serie di immagini riempiono la mente e il cuore, portandoci indietro nel tempo.
Per noi, amanti del cibo, la cucina è il luogo più frequentato dai ricordi. E' il luogo dell'alchimia dei sensi, tra le fragranze e i profumi dei cibi e dei vini appena stappati. E' il luogo del fare e dei sapori che legano le persone; è il luogo degli incontri e dei saperi che rimangono nell'anima.
Polpette, polpettine, polpettone! Nessuno resiste alle palline dorate che rotolano nel piatto. I bambini ne vanno pazzi e gli adulti pure. A casa mia la domenica non mancano mai, e se qualche volta non vengono preparate, c'è sempre qualcuno che protesta!
Si preparano al sugo, fritte e arrosto con insalate o salse gustose, che richiamano un po' i gusti di altri paesi, ma con InsulaGolosaRicette la tradizione è sempre in tavola e anche questa volta vuole una ricetta tutta isolana.
Nelle case della Sardegna antica, in cucina comandavano le donne, solo nella preparazione delle carni arrosto "su meri 'e domu", il padrone di casa, aveva la priorità in alcune mansioni.
Era lui che si preoccupava di accendere il fuoco dopo avere fatto una minuziosa selezione di legna. Nel camino non si metteva mai, ad esempio, la legna di pino perché scoppietta troppo, oppure la legna di asfodelo perché velenosa. Era lui che sceglieva "su schironi", lo spiedo, adatto al tipo di carne prescelta. Era lui che seguiva la cottura della carne dall'inizio fino alla fine.
Devo dire che le cose non sono cambiate tanto, perché sono gli uomini di casa che ancora oggi amano "giocare col fuoco".
Girovagare, un po' qua e un po' là, per le piccole attività vicino a casa può essere una sorpresa inaspettata, perché si possono scoprire piccoli gioielli del gusto da portare in tavola.
Il panettiere ti accoglie con il profumo del pane appena sfornato, il pescivendolo con le prelibatezze fresche di mare; il macellaio con le carni allevate nell'azienda a km 0 e il fruttivendolo con una grande varietà di frutta e di verdura di stagione locale. Tutti doni di madre natura, ottimi per piatti salutari oltre che buoni.
La Sardegna è una terra antica, che continua a tenere vive tradizioni secolari, attraverso atti concreti. «Sa Paradura» dei pastori sardi ne è un esempio. É un'antichissima forma di mutuo soccorso, un simbolo di unione e solidarietà tra gli allevatori.
Spesso gli eventi o le calamità naturali arrivano inaspettati e sorprendono tutti, senza fare sconti a nessuno. Ed è in questi momenti che lo spirito altruista dei sardi si manifesta: i pastori cedono un loro capo ovino per ricostituire il gregge di chi lo ha perso, oppure forniscono foraggio e mangime per gli animali. Nessuno si tira indietro. Oltre al dono, offrono una benedizione, quale simbolo di un nuovo inizio per tutti.
La Paradura si fa da secoli, e chi vive di pastorizia, in montagna o a valle, continua ancora oggi.
InsulaGolosaRicette, per onorare questi uomini valorosi nell'animo, propone un piatto pastorale, l'agnello al forno con patate, s'angioni arrustu cum patata, semplice e gustoso, ottimo in tutte le occasioni.
Le greggi si spostano silenziose nei verdi campi della macchia mediterranea. Solo il tintinnio dei campanacci e l'abbaiare dei cani pastore, rompono il lungo silenzio.
Tutto è calmo, ma nel cuore del pastore qualcosa si agita. Sa che è tempo di cambiamenti. La bella stagione non è molto lontana ma le giornate sono ancora troppo corte. Il sole sparisce presto dietro il profilo delle montagne. Temporali e gelate inaspettate sono lì che lo aspettano. Però è sicuro che rientrando a casa sentirà i profumi della cucina che gli augurano il benvenuto.
InsulaGolosaRicette in questa pagina propone un secondo piatto realizzato l'agnello al limone, un piatto colorato e profumato di aromi e di essenze locali, molto semplice da replicare.
Buon appetito ♥
I profumi della cucina iniziano a sprigionarsi ancor prima di arrivare in pentola. Distese di essenze, di erbe, di piccoli alberi profumati disegnano la macchia mediterranea sempre pronta a regalarci una o un'altra specie in qualsiasi periodo dell'anno.
In autunno la macchia si fa sorprendere dal finocchio selvatico e dai corbezzoli rossi, in inverno dal mirto e dall'alloro, in primavera si rivela con la menta, il timo, la cicoria selvatica e in estate con l'erba cipollina e la salvia.
Sicuramente non tutte le nostre nonne conoscevano il termine Alimurgia che fu coniato nel 1700 dal medico fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti e dal quale deriva il termine Fitoalimurgia ovvero lo studio delle piante a scopo gastronomico. Ma è certo che conoscevano le erbe e le piante spontanee e ne facevano grande uso.
Andare per le campagne, fare lunghe passeggiate è uno dei miei passatempi preferiti. Influisce positivamente sul mio umore e mi rigenera ogni volta. Raccogliere le erbe non è semplice, e spesso rischioso, ma se ci approcciamo con prudenza e con rispettosa voglia di imparare, anche i gesti e gli antichi rituali, in armonia con la natura, possono prendere nuovamente vita.
Oggi InsulaGolosaRicette prepara Is Coietas, involtini di carne con contorno di verdure di stagione selvatiche, una vera delizia per tutti i palati... nostrani e non.
Quando il sole è alto, non è difficile notare, sotto gli alberi piegati dal maestrale, le pecore che riposano dopo una giornata passata a vagabondare nei prati, brucando ogni filo d'erba.
A me fanno un po' paura. Direte che assurdità... ma se le osservate bene, sono capaci di rasare voracemente tutto il verde che trovano, scegliendo le erbe e le essenze migliori dei campi.
Per questo motivo i pastori le spostano da un spazio all'altro in modo che ci sia un riciclo costante della vegetazione, di cui sono ghiotte. Solo al tramonto ritornano all'ovile accompagnate dai cani pastore.
In questa pagina InsulaGolosaRicette propone un piatto "dimenticato" che ogni tanto mia madre prepara: la tasca ripiena di piselli in brodo di pecora.
E' un piatto lungo da preparare che ci permette, però, di godere del piacere dell'attesa, regalandoci, con una sola preparazione, due piatti: un secondo di carne la tasca ripiena di piselli e un primo, Bròdu de brebeis, il brodo di carne di pecora, che a sua volta può essere utilizzato per altre preparazioni culinarie.
Sino a qualche decennio fa, non era raro alzarsi con il canto del gallo. Tante famiglie sarde tenevano, nel cortile, le galline e ovviamente il gallo, che aveva il piacere di svegliare gli abitanti della casa e il vicinato con il suo canto. Chi ha la fortuna di vivere in campagna può godersi ancora questa sveglia, e soprattutto può gustare dei piatti realizzati con la carne di pollo ruspante che non ha nulla a che vedere con quella prodotta negli allevamenti industriali.
La Sardegna vantava la presenza della Gallina Sarda, una specie, forse estinta, a causa del progresso e degli incroci selvaggi. Rimane la speranza di poterla ritrovare, in qualche remoto pollaio dell’isola.... Faccio un appello per ritrovarla... e se qualcuno di voi può darmi informazioni, ve ne sarei molto grata.
InsulaGolosaRicette vi propone una ricetta tanto amata nella mia famiglia, Pollastro con pomodorini, un secondo piatto gustoso e succoso, che riporta alla memoria i pranzi domenicali nella casa di campagna...
Spesso accade che i bei ricordi ritornano alla mente senza preavviso. Basta un gesto, un oggetto, un luogo ed ecco che una serie di immagini riempiono la mente e il cuore, portandoci indietro nel tempo.
Per noi, amanti del cibo, la cucina è il luogo più frequentato dai ricordi. E' il l
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